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Come si è formato e come evolve  il paesaggio terrestre? A queste domande sono state date diverse risposte, attraverso la formulazione di  teorie fissiste evoluzioniste
Teorie fissiste   La distribuzione delle terre e dei mari è sempre stata così come la vediamo oggi ;  gli unici movimenti, in grado di giustificare la formazione delle montagne, sono stati quelli dovuti alle  spinte isostatiche .  Alcune catene molto antiche si sono formate in seguito al raffreddamento della crosta primordiale
Alcuni grandi pensatori del passato Platone E alcuni poeti Lucrezio e Ovidio  Avevano intuito il grande divenire del  nostro pianeta
[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
Teorie mobiliste possiamo far risalire l e prime considerazioni circa una evoluzione della superficie terrestre, in conseguenza  ad uno  spostamento anche orizzontale delle masse continentali,   alla  fine del XVI sec . quando i primi cartografi moderni notarono un certo “accordo” tra il profilo delle coste delle Americhe e le coste dell’Africa e dell’Europa
[object Object],Secondo Ortelio le cause della separazione delle Americhe dall’Europa e dall’Africa sarebbero stati i  terremoti  e le  innondazioni
Anche   BACONE  nel 1620,  aveva sottolineato  la strana convergenza morfologica tra le coste atlantiche americane e africane.
[object Object],Nel 1795, il  filosofo  James HUTTON, con la sua opera  Theory of the Earth, James HUTTON Lo stesso Rosseau polemizzò contro queste "filosofie ateistiche".  cominciò a parlare di trasformazioni lente e regolari che avrebbero agito in passato e che sarebbero tuttora operanti. Secondo Hutton i continenti attuali sarebbero soltanto formazioni transitorie nell’immensità del tempo geologico: “…. non esistono vestigia di un inizio né prospettive di una fine…”
[object Object],[object Object],[object Object],LYELL, ,[object Object],Il XIX secolo e i dubbi sull’età della Terra
[object Object],c'era già la  rivoluzione industriale;  c'era il  telaio meccanico, il motore a vapore,   Coulumb   aveva già misurato  la carica elettrica,  Jenner   aveva   scoperto il  vaccino del vaiolo,  Volta   la pila,  e Ampere    l'elettromagnetismo;  Spallanzani  (3 febbraio 1761) aveva  confutato la generazione spontanea  sostenuta da  Needham.  Dalton   aveva   enunciato la  Teoria atomica, Berzelius  aveva compilato  la Tabella dei pesi atomici,  Lavosier   aveva pubblicato il  primo trattato di chimica moderna,  Babbage   aveva   costruito la sua  calcolatrice analitica,   Stephenson  la locomotiva,  Morse  il telegrafo,
Alla fine del XVIII sec. il desiderio dei geologi di spiegare con una teoria unitaria i fenomeni che modellano la superficie terrestre era sfociata  in una disputa  che vedeva contrapposti: ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
[object Object],[object Object],Von HUMBOLT
[object Object],infatti alcuni ricercatori, approfondendo questi studi di peleotologia, scoprirono  che ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
 
Lo sprofondamento dei ponti continentali sarebbe stato legato alla contrazione della Terra dovuta al suo rapido raffreddamento ponti continentali   avrebbero un tempo unito i vari continenti e successivamente sarebbero  sprofondati nell’oceano. 1. Ipotesi dei ponti continentali
[object Object],fu poi il   geologo  Edward Suess   verso la  fine dell'Ottocento  a dimostrare che  molte caratteristiche geologiche delle  coste a Est E a Ovest dell’atlantico comprovavano questa ipotesi.   2. Ipotesi dell’esistenza di un unico continente
Si basavano sull’evidenza di una  diversa composizione dei continenti , costituiti da materiale meno denso, SIAL e dei fondali oceanici,  SIMA. Queste osservazioni portarono l’americano  J.D.Dana   a formulare l’ipotesi del  CONTRAZIONISMO  secondo la quale la Terra, in via di raffreddamento, si sarebbe contratta e avrebbe generato, per arricciamento, le montagne. Le prime teorie orogenetiche L’erosione delle rocce zone sollevate e la successiva deposizione dei sedimenti nelle depressioni marine, avrebbero originato  le  GEOSINCLINALI,  enormi  prismi sedimentari .  Le pressioni laterali dei continenti avrebbero piegato e fatto riemergere i sedimenti.  Secondo  E. Suess   nel corso della progressiva contrazione e solidificazione della massa fusa, i materiali più leggeri si sarebbero spostati verso la superficie dando origine ad una crosta meno densa di  SIAL,  mentre al di sotto vi sarebbero state rocce più dense, dette  SIMA  perché ricche di magnesio, ferro e calcio.
[object Object],[object Object],I tempi per discutere di  movimenti orizzontali  della superficie terrestre  erano maturi .  Il geofisico tedesco   Alfred WEGENER,    formulò una teoria "mobilista" che espose al mondo scientifico,  pubblicando nel  1912 due articoli su: La formazione dei continenti e degli oceani.   Alfred Wegener (1880-1930)
Secondo  WEGENER   le terre attualmente emerse,  all'inizio dell'Era mesozoica (circa 200 milioni di anni fa),  costituivano un blocco unico, che chiamò  Pangea,  circondato da un unico grande mare, che chiamò  Pantalassa.  ,[object Object],galleggianti sul  Sima  (lo strato sottostante ottenuto dall'abbreviazione di Si-licato di Ma-gnesio)
D. qual era il punto debole dell’ipotesi di Wegener? ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],Facilmente confutabili L’Antartide è rimasto al Polo Sud L’Australia si è sposta verso Est…. Ecc.
Prove  favoreoli alle teorie mobiliste a. combaciabilità dei margini continentali b. Continuità delle strutture geologiche c. Distribuzione delle specie fossili d. Distribuzione delle rocce indicatrici del clima e. Geodetiche
a. combaciabilità dei margini continentali Considerando le linee di costa l’incastro è meno preciso di quanto volesse far credere Wegener Ma se si considera il margine esterno della piattaforma continentale le incongruenze si riducono Edward Bullard  utilizzando l’isobata -600 ottenne un incastro migliore Per far aderire le due Americhe bisogna eliminare l’America centrale, ma ciò non è un problema perché le rocce vulcaniche che le compongono sono più giovani dei due continenti
b. Continuità delle strutture geologiche ,[object Object],[object Object],I  rilievi caledoniani  della  Norvegia  e della  Scozia  proseguono con le stesse rocce  e le stesse strutture nel  Canada  e in  Groenlandia
Secondo Wegener l’attrito causato dallo scorrere dei continenti sulla crosta oceanica provocava  corrugamenti sul fronte avanzante dei continenti (catene tipo Ande o Montagne Rocciose)  e la collisione tra due continenti dava luogo a corrugamenti più intensi (catene tipo Alpi e Himalaia).
[object Object],[object Object],c. Distribuzione delle specie fossili ,[object Object]
Wegener,  genero di Wladimir Koppen (padre della classificazione dei climi), meteorologo e  paleoclimatologo evidenziò che: ,[object Object],[object Object],d. Distribuzione delle rocce indicatrici del clima
[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],d. Distribuzione delle rocce indicatrici del clima I ritrovamenti di   gesso e sale ed arenarie rosse   indicano antichi   climi aridi ,  la presenza di   rocce carbonatiche   che si formano mari poco profondi  indicano   antichi   climi caldi e tropicali.
e. Geodetiche ,[object Object],[object Object],[object Object]
Ma all’inizio degli anni ’30 una rivoluzionaria e geniale intuizione di  Arthur Holmes   riaprì la discussione sulle dinamiche all’origine delle morfologie terrestri La teoria di Wegener  fu accolta con molto scetticismo e abbandonata negli anni ’20 .
1930  Il geologo inglese  Arthur Holmes  (1890-1965), basandosi su studi di  sismica applicata al mantello ,  ipotizzò che un mantello non completamente solido e molto duttile potesse essere soggetto a circolazione convettiva;  1940   Il sismologo statunitense  Hugo Benj ö ff   (1899-1968) osserva che la distribuzione di vulcani e terremoti è correlata, e che essi si concentrano soprattutto lungo i margini dei continenti; inoltre osserva che i sismi profondi disegnano un piano inclinato sotto le principali aree vulcaniche, noto oggi come piano di  Benj ö ff.  la parte superiore delle  celle convettive del mantello  avrebbe potuto fornire la spinta necessaria al movimento dei continenti.
Indagini sismiche: scoperta dello strato LVL
Nascita della teoria della  tettonica delle placche litosferiche ⇔   una sintesi di più scoperte ,[object Object],[object Object],Aumento dello spessore e dell’età dei sedimenti oceanici con l’aumentare della loro distanza dalla dorsale (1962 Hess) ,[object Object],[object Object],[object Object]
[object Object],[object Object],Lo studio dei fondali oceanici di Arthur Hess Il geologo americano  Arthur Hess  (1906-1969),  durante la II guerra mondiale si era imbarcato su una nave dotata di apparecchiature in grado di rilevare il fondale oceanico.  1962 Hess, In questo periodo fu colpito dalla presenza di rilievi sottomarini, noti come  seamounts  e soprattutto di rilievi isolati dalla cima piatta, che chiamò  guyot . La cima piatta, che ora si trovava a diverse centinaia o migliaia di metri di profondità, sembrava indicare erosione subaerea di questi rilievi.
Lo studio dei fondali oceanici di Arthur Hess Al termine della guerra Hess continuò i rilievi dei fondali oceanici e scoprì che sul fondo degli oceani  un'unica, grande e continua  dorsale oceanica  lunga circa 80.000 chilometri si estende dall'estremo nord fino a sud dell'Atlantico;  aggira l'Africa, attraversa l'Oceano Indiano, passa tra l'Australia e Antartide  fino alla sponda americana dell'Oceano Pacifico a sud della California. 
[object Object],[object Object],In tali zone si formano scarpate, vi sono eruzioni vulcaniche e terremoti.
Esplorazioni geofisiche
( Harry Hammond Hess  1906-1969 ) Mettendo insieme le conoscenze fino ad allora acquisite, nel  1962, Hess  pubblicò la propria ipotesi circa   l’espansione dei fondali oceanici ” (sea-floor spreading)  in un documento intitolato  “History of ocean basins ”.  La sua idea era   che le  rift valley  fossero  zone di risalita di magma  e di  formazione di nuova crosta oceanica .  ,[object Object],[object Object],[object Object]
[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],a polarità normale , uguale a quella attuale terrestre,   a polarità inversa , opposta a quella attuale terrestre
[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],Carta che mostra la distribuzione delle anomalie magnetiche sulla Dorsale Reykjanes; in nero le anomalie positive, in bianco quelle negative. Scoperta del paleomagnetismo
Modello teorico della formazione delle bande magnetiche: nuova crosta oceanica si forma continuamente dalle creste della dorsale, solidifica ed allontanandosi con l’espansione del fondale dalla cresta diventa sempre più vecchia. Scoperta del paleomagnetismo
- negli anni ’50 si definirono i principali lineamenti dei fondali oceanici, le dorsali e le fosse oceaniche L’età dei fondali oceanici ,[object Object],[object Object],[object Object],Spessore totale dei sedimenti
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[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],Quando la temperatura della roccia scende al di sotto del punto di Curie (580 ºC per la magnetite e 680 ºC per l’ematite) la magnetizzazione acquisita diviene stabile (magnetizzazione termorimanente) e può essere persa solo per successivo riscaldamento al di sopra del punto di Curie
[object Object],(1963-1965)   Tuzo Wilson  elabborò la  teoria della tettonica delle placche ltosferiche:  una sintesi globale dei diversi contributi fino ad allora apportati.
[object Object],[object Object],la teoria della tettonica a placche litosferiche fornisce un modello comprensivo di quasi tutte le problematiche esogene ed endogene del nostro pianeta.
[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
Lo studio dei fondali oceanici ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
 
 
Le 12 principali placche litosferiche
margini ,[object Object],c.  Margini conservativi oceano-oceano b.  Margini convergenti   oceano – continente continente- continente d. Zone di limite di placca :  coinvolgono due grandi placche e più microplacche (es il Meditarraneo)
ciascun margine presenta delle caratteristiche particolari che permettono di distinguerlo degli altri: ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
Margini costruttivi Margini divergenti
[object Object],Rift Continentale
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3. il fondo della rift si riempie progressivamente di sedimenti ed è spesso occupato da fiumi e laghi;
5. intanto nella litosfera si formano piani di taglio disposti in due sistemi ortogonali ,[object Object]
6. lungo uno di questi la litosfera si spacca riducendo velocemente la pressione e favorendo la formazione di plateaux basaltici; Crosta continentale Eruzioni basaltiche Mantello
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9. questa risalita provoca un ulteriore allargamento della fossa e l’abbassamento del suo fondo, dove riescono ad arrivare le acque del mare; 8. inizia la risalita diapirica del mantello che solleva l’altro lato del piano di taglio;
10. l’allargamento porta in superficie il mantello superiore; 11. lo scivolamento continua finche l’apice del diapiro diventa l’asse centrale della fossa;
12. dal diapiro si forma il  pavimento  oceanico e le due spalle della fossa diventano margini continentali passivi.
2000 – 3000 km 2 – 3 km Rift valley
I basalti sono le rocce più comuni della crosta, soprattutto a causa della costante attività ignea delle zone di distensione medio-oceaniche.  MORB = Mid-Ocean Ridge Basalts  (basalti di cresta medio-oceanica) Litosfera Astenosfera Crosta oceanica Fessura attraverso la crosta oceanica Magma con minerali femici Basalti più vecchi Rocce ultrafemiche più vecchie
Il profilo trasversale della dorsale è simmetrico, la base è larga mediamente circa 2000 – 3000 km, la cresta si eleva mediamente rispetto alle piane circostanti di circa 2 – 3 km.  Al centro della dorsale vi è una zona ribassata, detta  rift valley , larga in media circa 20 km e profonda alcune centinaia di metri I fianchi sono accidentati per la presenza di rilievi e scarpate; nell’insieme però la loro pendenza è debolissima, circa 1° La rift valley è sede diffusa di intenso vulcanismo basaltico. Isolati vulcani basaltici si possono avere talvolta anche sui fianchi della dorsale 2000 – 3000 km 2 – 3 km Rift valley
Lungo la rift valley il gradiente geotermico è molto superiore alla media. L’elevazione della dorsale è globalmente dovuta ad  intumescenza termica , allontanandosi dall’asse la temperatura cala ed il rilievo quindi si abbassa.
La distribuzione delle  principali Dorsali Medio-Oceaniche Dorsale medio atlantica Dorsale indiana Dorsale est-pacifica
NASA/TSADO/Tom Stack Fig. 10.26
rift abortito o aulacogeno ,[object Object],[object Object]
Wildrose Graben, Southern California
sfenocasma ,[object Object]
sfenocasma.
[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
Rift africana
[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],2) Margini divergenti  intraoceanici
 
Margini divergenti ,[object Object]
[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],Sezione schematica di un margine divergente a basso tasso di espansione
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[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
Il batiscafo francese Nautile ha sezionato la dorsale medioatlantica a 11° Nord ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],In corrispondenza delle dorsali si osservano:
 
Attraverso  fumatori neri vengono emesse soluzioni a 350° ricche di solfuri metallici ,[object Object],Black pipe
Le lave a cuscino (pillow lavas)  si formano quando i flussi di lava si formano in ambiente marino e sono sottoposti ad elevata pressione idrostatica Estrusioni subaquee Pressione Idrostatica Risalita di magma
Quello che avviene in profondità Quello che vediamo in superficie (suite ofiolitiche)
L’asse della dorsale  è frequentemente dislocato orizzontalmente da  faglie trasformi . Lungo le porzioni  attive  di tali faglie (comprese tra due segmenti di dorsale) si hanno frequenti sismi superficiali Alcune faglie trasformi sono così lunghe da arrivare ad incidere i margini dei continenti
PIANE ABISSALI Sono le porzioni più vaste e monotone dei fondali, la cui profondità media è di circa 4000 m. L’unica attività geologica è una lentissima sedimentazione. Lo spessore dei sedimenti è limitato e si riduce andando verso il centro dell’oceano; il ridotto spessore non produce carico sufficiente per avviare la diagenesi. I deposti sono di due tipologie: In alcune porzioni delle piane abissali si ritrovano vulcani sottomarini spenti, detti anche  guyot , che talvolta si presentano allineati in catene Calcari pelagici : derivano dai gusci di microrganismi  planctonici  che si depositano alla velocità di circa 2 – 4 cm/1000 anni Argille rosse : sedimenti  terrigeni  che si depositano alla velocità di circa 1 mm/1000 anni
guyot
Le ofioliti e la formazione della crosta oceanica Peridotidi stratificate max 1km ~ 4,8 km Peridotidi massicce Gabbri + filoni di diabase Gabbri - dicchi Basalti a pillow Sedimenti marini
Rigetto delle faglie  ,[object Object]
Ipocentri poco profondi fra i due tronconi di dorsale
passivi MARGINI CONTINENTALI Sono i confini tra continente ed oceano; sono caratterizzati da situazioni geologiche differenti che si raggruppano in tre tipi: con subduzione collisionali attivi
Margini continentali passivi Sono zone geologicamente inattive, nelle quali si verifica esclusivamente la sedimentazione indisturbata dei detriti continentali.  Ne sono esempio i margini dei continenti che si affacciano sui due lati dell’Oceano Atlantico.
Piattaforma continentale, scarpata  e  fondale oceanico Piattaforma continentale I continenti non terminano con la linea di costa, ma continuano con una zona di pendenza moderata [1  -  2%] che arriva ad una profondità massima di circa 200m  detta  Piattaforma Continentale .  La Piattaforma continentale termina con una zona più ripida [4 - 5%] detta  Scarpata Oceanica  che immette nel vero fondo oceanico oltre i 2000 metri di profondità. 0 metri -200 metri -2000 metri
La  piattaforma continentale  è posta su crosta continentale ed è formata in parte proprio dall’accumulo dei sedimenti provenienti dal continente piattaforma continentale Il confine tra continente ed oceano si trova  a circa metà della  scarpata continentale piattaforma scarpata piana abissale
La piattaforma continentale può avere ampiezza variabile. In alcuni casi (vedi ad es. Mare del Nord) è sede di importanti  giacimenti petroliferi Il mar Adriatico è solo piattaforma
I margini continentali ai due lati  di un oceano in espansione si rompono in modo asimmetrico per cui è possibile distinguere due tipi di margine passivo ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],Margini continentali passivi
La subsidenza ,[object Object],La presenza di rocce evaporitiche favorisce la formazione di strutture diapiriche
A. subsidenza durante la fase di rift B. subsidenza dopo l’apertura dell’oceano A e B mostrano la subsidenza a varie distanze dall’asse della dorsale
9.5.2 Correnti di torbidità ,[object Object],[object Object],[object Object]
Giunte in fondo alla scarpata rallentano e depositano il loro carico di sedimenti formando conoidi sottomarine Le correnti di torbidità possono incidere profondi canyon lungo la scarpata
[object Object],La sovrapposizione di centinaia di correnti di torbidità ha dato origine ai  flysch  delle Alpi e degli Appennini;  nome che deriva dal tedesco  fliessen  =  flusso,  perché erano ritenuti un depositi fluviali.  ,[object Object]
Gita a Tossignano: LA VENA DEL GESSO
Margini convergenti Con subduzione collisionali distruttivi
Margini convergenti ,[object Object],[object Object],[object Object],Con subduzione Si formano fosse collisionali 4. continente - continente
La distribuzione delle principali Fosse Oceaniche Fossa delle Cayman Fossa del Perù e di Atacama  –8000m Fossa del Giappone  –10500m Fossa delle Marianne  –11022m Fossa delle Filippine  –10497m Fossa di Giava  –7450m Fossa delle Aleutine  –7800m Fossa dell’America Centrale Fossa di Tonga  - 10800 m
1) Convergenza oceano-oceano (Isole Marianne, Tonga) ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],Subduzione ad ampio angolo
Caratteristico della convergenza oceano-oceano è  il sistema arco fossa Fosse con meno sedimenti perché più lontane dal continente Zona di subduzione depositi caotici, metamorfismo dinamico, ofioliti Intervallo arco-fossa ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],retroarco
[object Object],[object Object],[object Object],Le fosse presentano anomalie gravitazionali negative La  placca sottoscorrente  mantiene inizialmente una temperatura relativamente bassa    dinamometamorfismo    Scisti verdi    scisti blu  eclogiti Al di sotto di 100km l’acqua a t elevata viene espulsa dalla crosta ed abbassa il solidus  delle peridotiti facendole fondere a 400°C e generando catene di vulcani archi vulcanici  insulari
In regioni come il Giappone, Indonesia ed America centrale la crosta è sottile e le lave sono dominate da  andesiti.   Isole di arco In profondità, il trasferimento di calore verso l’alto genera metamorfismo regionale Crosta oceanica Fossa Prisma accrezionale Bacino di avanfossa Isole di arco vulcanico Regione di retroarco Livello del mare Litosfera Astenosfera Terremoti Magma 100 km
Teoria del  roll-back  nella genesi del  retroarco   zona di distensione crostale prodotta dal fatto che la placca subducente si incurva verso il basso, nel fare ciò la zona di cerniera arretra allontanandosi dall’arco che seguendola apre dietro di sé un rift e un piccolo bacino oceanico
obduzione ,[object Object],[object Object]
2) Convergenza oceano-continente  (Giappone, Indonesia, Ande) ,[object Object],Fossa con molti sedimenti
Margini continentali attivi Sono zone geologicamente dinamiche, nelle quali si verifica terremoti ed eruzioni vulcaniche esplosive. Ne sono esempio i margini dei continenti affacciati sull’Oceano Pacifico.  Dal lato oceanico c’è sempre una  fossa ,   profonda depressione del fondale, stretta, allungata e con pianta arcuata.  Le fosse sono aree fredde, ove si registrano i più bassi gradienti geotermici (10°C/km) 1400 55 10,8 Tonga  1450 90 8,4 Sandwich  1550 120 8,4 Porto Rico 1400 60 10,5 Filippine  5900 100 8,1 Perù Cile 2800 40 6,7 Messico 2550 70 11,0 Marianne 2200 120 10,5 Curili 4500 80 7,5 Giava 800 100 8,4 Giappone 3700 50 7,7 Aleutine Lung.  Amp. Prof. Fossa  (misure in km)
Angolo di subduzione ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],la crosta  oceanica  si incunea sotto la  continentale con debole pendenza,
[object Object],[object Object],[object Object]
Magmatismo di margine continentale Grossi plutoni granitoidi sono tra le caratteristiche della crosta inspessita durante la formazione delle catene montuose. Livello del mare Crosta  oceanica Rocce sedimentarie Mixing di magma Crosta continentale Plutoni granitoidi Litosfera oceanica Mantello (rigido) Basalti Alcune rocce sedimentarie possono essere trasportate in profondità e fondere lungo le zone di subduzione Fusione del basalto oceanico kilometri Astenosfera (mantello) Magma felsico Litosfera continentale Astenosfera Deidratazione della crosta oceanica Magma femico Fusione parziale di crosta felsica
Incremento di flusso di calore  proveniente dal mantello Trasformazioni chimico-fisiche esotermiche Decadimento di isotopi radioattivi attrito
 
Fossa Aleutiana
-  il sistema si caratterizza per la formazione di una zona di notevole raccorciamento Fase terminale della subduzione con collisione continentale e chiusura del bacino oceanico 3) Convergenza continente-oceano (Taiwan)
Sezione schematica di un margine continentale di tipo oceano-oceano o di tipo continente-oceano, con formazione di un bacino di retroarco
- la bassa densità delle rocce della crosta continentale impedisce la loro subduzione, per cui quando crosta continentale giunge  in corrispondenza della fossa va a collidere con la crosta continentale della placca antistante generando complesse strutture orogeniche Margini convergenti collisionali 4) Convergenza continente-continente (Himalaia, Alpi, Urali) -  il piano di  Benjöff  è assente, o, nelle fasi iniziali della collisione, permane come lembo residuo sottostante l’orogene
[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
Orogenesi: la  catena dell'Himalaya ,[object Object],[object Object]
Sezione schematica della collisione tra India ed Eurasia, con formazione dell’orogene himalaiano Il continente indiano è penetrato così profondamente in quello asiatico da provocare  l’estrusione laterale della Cina verso Est La collisione della placca araba contro l’Asia ha provocato l’estrusione   della Turchia verso Ovest
 
Orogenesi: la  catena dell'Himalaya ,[object Object],Catene legate all'orogenesi alpino-himalayana
[object Object],[object Object],[object Object],Margini conservativi o trasformi
[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],1) Margini trasformi intraoceanici
Distribuzione mondiale delle principali faglie trasformi intraoceaniche
[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],2) Margini trasformi intracontinentali (faglia di San Andreas, faglia del Mar Morto  North Anatolian Fault  (Turchia)
La faglia di San Andreas, con la distribuzione dei principali terremoti Scorrimento della placca pacifica rispetto a quella nordamericana lungo un fascio di faglie subparallele, di cui la più nota è la faglia di San Andreas
La faglia di San Andreas
 
Placche litosferiche
 
[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
[object Object]
Magnetostratigrafia ,[object Object],[object Object]
Migrazione apparente dei poli ,[object Object],[object Object]
[object Object],Migrazione apparente dei poli ,[object Object]
Migrazione apparente dei poli,  ogni continente traccia un percorso diverso
Oltre ala magnetizzazione termorimanente esiste anche una magnetizzazione detritica rimanente
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[object Object]
 
Modello di Terra in espansione: un modello alternativo alla tettonica  delle placche
Una teoria globale dei fenomeni geologici, basata sull’idea fondamentale di una  Terra in espansione  è andata sviluppandosi contemporaneamente all’affermarsi della teoria della tettonica delle placche, senza comunque mai acquistare sufficiente credito da poter realmente competere con essa. I contributi maggiori si devono a  Carey (1954 e 1970). Carey  propone che una crosta continua non fratturata abbia originariamente rivestito una Terra più piccola dell’attuale. La successiva espansione della Terra avrebbe originato  8 poligoni  analoghi alle placche litosferiche.  Carey   ritiene che il tasso di formazione di nuova litosfera in corrispondenza delle dorsali oceaniche sia di gran lunga superiore a qualsiasi tasso di consunzione e che  la superficie totale della Terra sia in aumento . Egli inoltre ritiene che la distribuzione degli ipocentri dei terremoti su un piano inclinato sia dovuta all’apertura di tante fratture di tensione verticali. La teoria della Terra in espansione
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Carey sostiene che  il raggio terrestre si stia espandendo ad una velocità di circa 8 mm l’anno e che tale espansione sia avvenuta soprattutto a partire dal paleozoico. Altri Autori sostengono che l’espansione avvenga  a circa 0.5 mm l’anno e che sia stata costante nel corso di tutte le epoche geologiche. Il fenomeno dell’espansione terrestre sarebbe dovuto ad una diminuzione progressiva, non meglio specificata, del valore della costante gravitazionale universale G. Un ’ipotesi recente spiega l’espansione con  il passaggio del nucleo dallo stato di plasma a quello atomico con conseguente notevole aumento di volume. ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
In definitiva si sostiene che la teoria universalmente accettata debba essere quella che meglio spieghi o approssimi l’insieme di tutte le osservazioni disponibili. Così seppure la teoria della Terra in espansione possa fornire alcune spiegazioni alternative essa sembra oggi spiegare meno bene della teoria della tettonica delle placche l’insieme dei fenomeni osservati.
Hot spots / Mantle plumes ,[object Object],[object Object]
I Punti caldi interferiscono con la litosfera Hot spots / Mantle plumes ,[object Object]
Plume di mantello: Punti caldi nella crosta Vulcani o catene di vulcani isolati come le isole Hawaii sono in genere ricondotti ad un’attività di plume. I Plume (pennacchi) si originano nel mantello profondo e non sono legati alla geometria delle placche continentali. Basalti Fusione parziale Litosfera continentale rigonfiata ed assottigliata Testa del Plume di mantello Mantello caldo, solido che risale dal mantello profondo
Hot spots / Mantle plumes ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
L'arcipelago Hawaiiano è un allineamento di centri eruttivi generatosi per lo spostamento della zolla pacifica su un hot-spot. Punti caldi Questa particolare geometria può essere spiegata immaginando una sorgente magmatica fissa, posta al di sotto di una placca litosferica in migrazione.
Hot spots / Mantle plumes ,[object Object],[object Object],Mappa che mostra la posizione di alcuni dei punti caldi più importanti
I superplume ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],I superplume L’ aumento della degassazione del mantello, con il rilascio di gas serra, provocò il più alto innalzamento della temperatura globale della Terra  dell’era Mesozoica.  L’esplosione della vita, in mari poco profondi, produsse i grandi accumuli di materia organica che avrebbero poi originato grandi quantità di scisti bituminosi - black shales-  rocce detritiche ricche di petrolio.
 
Lo strato “D” Essendo il nucleo esterno fluido e più caldo del mantello si verificano particolari disomogeneità con gli strati più profondi di quest’ultimo.  Il gradiente di temperatura in questo strato è più alto che nel mantello soprastante. Questo strato è lo strato “D”,  ha uno spessore di 100-200 km  e ogni tanto diventa instabile generando i superplume .
Lo strato “D” ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
[object Object],I superplume
I superplume freddi Le placche litosferiche  che vanno in subduzione sono fredde, si disidratano e perdono alcuni elementi chimici. Spesso ristagnano a circa 660 km, dove si comprimono plasticamente ed aumentano di densità.  Appesantite scendono, sotto forma di pennacchio freddo, fino alla base del mantello.  La sottrazione di calore al nucleo esterno e gli scambi chimici causano l’instabilità dello strato D che genera i superplume caldi.
Mantle upwelling   ,[object Object],[object Object]
I punti caldi ed il modello convettivo ,[object Object],[object Object],[object Object]
Classi di eventi nella storia del Mantello: ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
Distribuzione dei vulcani
Distacco Africa-Sud America, 195.000.000 a. antartide-australia-india 65.000.000 a. N.America-Eurasia 50.000.000 a.
T1 T1 T1 T1 tilliti Cappa glaciale estesa a quasi tutto l’emisfero sud in contrasto con paleoclima tropicale di emisfero nord Clima tropicale-foreste di felci >>> futuro carbone fossile Per spiegare la presenza di tilliti coeve si può ipotizzare una
Pangea e panthalassa laurasia gondwana Calotta glaciale limitata a blocchi continentali ravvicinati nella pangea segue separazione dei continenti
Pangea e panthalassa Calotta glaciale limitata a blocchi continentali ravvicinati nella pangea segue separazione dei continenti T1 Separazione dopo la glaciazione del permiano
T1 T1 F1 F1 f1 f1 Fossili antichi F1 Fossili recenti f1 Ipotesi di ponti transcontinentali che permettono la  comunicazione, migrazione,scambio di organismi tra continenti diversi Molto improbabili, date le distanze, e non ci sono prove della loro scomparsa nel fondo oceanico Non ammessa comparsa della stessa specie in luoghi-tempi diversi
T1 T1 Fossili antichi F1 Fossili recenti f1 Esempi di fossili di organismi che non possono spostarsi  in ambiente marino : glossopteris cynognathus mesosaurus
T1 T1 f1 f1 Fossili antichi F1 Fossili recenti f1 Continenti uniti, permettono diffusione di organismi F1 una volta separati, altre specie compaiono e si evolvono separatamente nei vari continenti,   e quindi fossili più recenti f1 diversi nei vari continenti F1 F1 F1
T1 T1 Fossili antichi F1 Fossili recenti f1 Continenti uniti, permettono diffusione di organismi F1 una volta separati, altre specie compaiono e si evolvono separatamente nei vari continenti,   e quindi fossili più recenti f1 diversi nei vari continenti f1 F1 f1 F1
T1 Fossili antichi F1 Fossili recenti f1 Continenti uniti, permettono diffusione di organismi F1 una volta separati, altre specie compaiono e si evolvono separatamente nei vari continenti,   e quindi fossili più recenti f1 diversi nei vari continenti
T1 T1 f1 f1 Fossili antichi F1 Fossili recenti f1 Continenti uniti, permettono diffusione di organismi F1 una volta separati, altre specie compaiono e si evolvono separatamente nei vari continenti,   e quindi fossili più recenti f1 diversi nei vari continenti F1 F1
T1 T1 orogeni Gruppi montagnosi coevi, con stesse caratteristiche tettoniche mineralogiche su continenenti diversi:improbabile una formazione di montagne coeve con le stesse caratteristiche
T1 T1 orogeni Più comprensibile se continenti uniti, creazione delle montagne e successiva separazione dei continenti
Distacco Africa-Sud America, 195.000.000 a. antartide-australia-india 65.000.000 a. N.America-Eurasia 50.000.000 a.
Orogenesi caledoniana
Orogenesi ercinica ,[object Object]
L’orognesi alpina ,[object Object],[object Object],[object Object]
[object Object],[object Object],L'Italia non esisteva ancora.  i poli non erano ancora ricoperti dai ghiacci, e le alte temperature facevano dell'unico continente un luogo aspro, dominato dai deserti, senza un vero e proprio alternarsi delle stagioni.
[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
[object Object],[object Object],le lente modificazioni geografiche diedero inizio ad un sempre più evidente alternarsi delle stagioni. In quasi tutto il pianeta predominava un clima caldo e umido, ma nell'Europa Occidentale durante tutto il periodo sono chiaramente riconoscibili una regione mediterranea più calda ed una regione settentrionale più fredda
LE OROGENESI CENOZOICHE L'OROGENESI ALPINO-HIMALAYANA E L’OROGENESI ANDINA
In particolare durante il Cenozoico: ,[object Object],[object Object]
In particolare durante il Cenozoico: ,[object Object]
[object Object],L'Asia era separata dall'Europa da un mare poco profondo di cui oggi resta un unico rimasuglio: il Mar Caspio. Il clima dell'Eocene era molto meno variato dell'attuale: anche alle latitudini di Londra, infatti, era di tipo semitropicale. Prosperavano palme e cicadee, come pure fichi, magnolie e la cannella.  in Italia si sollevano le Alpi e gli Appennini, e comincia a delinearsi la forma della nostra penisola, tuttavia ancora simile ad un arcipelago montuoso.
[object Object],Nel corso  dell’Oligocene  (da 34 a 23 milioni di anni fa)  si manifestarono in tutta la loro imponenza i giganteschi fenomeni orogenetici già iniziati nell'epoca precedente, con il sollevamento delle Alpi e degli Appennini e della catena Himalayana.
MIOCENE  (da 23 a 5,3 milioni di anni fa)   ,[object Object],[object Object]
PLIOCENE   (da 5,3 a 1,8 milioni di anni fa) ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
http://ftp.dipteris.unige.it/geofisica/ITA/DID/tettonica.html Sito dell’università di Genova con belle immagini http://www.comune.modena.it/scuole/carducci/monti/tettonica/intro_tettonica.htm Sito di una scuola di Modena con pagine sulla tettonica delle placche Siti in inglese sulla tettonica delle placche http://master.ph.utexas.edu/vicki/studW.htm#1620 Sito dell’università del Texas, completo e ricco di immagini http://www.uky.edu/ArtsSciences/Geology/webdogs/plates/reconstructions.html Sito con mappe animate dei movimenti della Pangea http://www.ruf.rice.edu/~leeman/billarcmaps.html Sito dedicato ai margini convergenti e alle zone di subduzione con splendide immagini http://pubs.usgs.gov/publications/text/dynamic.html Sito che sviluppa ampiamente il punto di vista storico http://webspinners.com/dlblanc/tectonic/ptABCs.shtml L’ABC della tettonica delle placche
http://geollab.jmu.edu/Fichter/PlateTect/ Sito generale sulla tettonica delle placche con note per l’insegnante http://oceanography.geol.ucsb.edu/Support/ODP/TeachersMan.html Manuale di geologia per gli insegnanti con una capitolo sulla tetonica delle placche http://pubs.usgs.gov/publications/text/wegener.html La biografia di Wegener http://www.gps.caltech.edu/~gurnis/Movies/movies-more.html Sito con filmati in formato .mpg sulla convezione nel mantello http://www.geocities.com/CapeCanaveral/Launchpad/8098/3.htm sito sulla teoria della Terra in espansione di Carey http://www.wincom.net/earthexp/n/navmain.htm altro sito sulla Terra in espansione http://www.3rivers.net/~dbaker/plate_tec/plate9.htm sito sui terranes http://www.geology.gov.yk.ca/publications/summaries/framework.html Programma di ricerca sui terranes dello Yukon
http://www.uwgb.edu/dutchs/platetec/plhist94.htm Ricostruzioni del moto delle placche http://www.earth.nwu.edu/individ/seth/107/ Sito sulla tettonica delle placche con belle immagini http://www-sst.unil.ch/research/seismic/w_alps.htm Sito sulla geologia delle Alpi http://newmedia.avs.uakron.edu/geology/ge/ch/pte/tpb.htm margini trasformi http://www.sprl.umich.edu/GCL/paper_to_html/gaia.html l’ipotesi Gaia http://www.pibburns.com/catastro.htm sito sul catastrofismo http://www.gp.terra.unimi.it/giornateassereto/assereto.html Le giornate assereto, la ricerca presso il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli Studi di Milano, seminari aperti a tutti

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5 c 2010 deriva dei continenti e tettonica a zolle

  • 1. Come si è formato e come evolve il paesaggio terrestre? A queste domande sono state date diverse risposte, attraverso la formulazione di teorie fissiste evoluzioniste
  • 2. Teorie fissiste La distribuzione delle terre e dei mari è sempre stata così come la vediamo oggi ; gli unici movimenti, in grado di giustificare la formazione delle montagne, sono stati quelli dovuti alle spinte isostatiche . Alcune catene molto antiche si sono formate in seguito al raffreddamento della crosta primordiale
  • 3. Alcuni grandi pensatori del passato Platone E alcuni poeti Lucrezio e Ovidio Avevano intuito il grande divenire del nostro pianeta
  • 4.
  • 5. Teorie mobiliste possiamo far risalire l e prime considerazioni circa una evoluzione della superficie terrestre, in conseguenza ad uno spostamento anche orizzontale delle masse continentali, alla fine del XVI sec . quando i primi cartografi moderni notarono un certo “accordo” tra il profilo delle coste delle Americhe e le coste dell’Africa e dell’Europa
  • 6.
  • 7. Anche BACONE nel 1620,  aveva sottolineato la strana convergenza morfologica tra le coste atlantiche americane e africane.
  • 8.
  • 9.
  • 10.
  • 11.
  • 12.
  • 13.
  • 14.  
  • 15. Lo sprofondamento dei ponti continentali sarebbe stato legato alla contrazione della Terra dovuta al suo rapido raffreddamento ponti continentali avrebbero un tempo unito i vari continenti e successivamente sarebbero sprofondati nell’oceano. 1. Ipotesi dei ponti continentali
  • 16.
  • 17. Si basavano sull’evidenza di una diversa composizione dei continenti , costituiti da materiale meno denso, SIAL e dei fondali oceanici, SIMA. Queste osservazioni portarono l’americano J.D.Dana a formulare l’ipotesi del CONTRAZIONISMO secondo la quale la Terra, in via di raffreddamento, si sarebbe contratta e avrebbe generato, per arricciamento, le montagne. Le prime teorie orogenetiche L’erosione delle rocce zone sollevate e la successiva deposizione dei sedimenti nelle depressioni marine, avrebbero originato le GEOSINCLINALI, enormi prismi sedimentari . Le pressioni laterali dei continenti avrebbero piegato e fatto riemergere i sedimenti. Secondo E. Suess nel corso della progressiva contrazione e solidificazione della massa fusa, i materiali più leggeri si sarebbero spostati verso la superficie dando origine ad una crosta meno densa di SIAL, mentre al di sotto vi sarebbero state rocce più dense, dette SIMA perché ricche di magnesio, ferro e calcio.
  • 18.
  • 19.
  • 20.
  • 21. Prove favoreoli alle teorie mobiliste a. combaciabilità dei margini continentali b. Continuità delle strutture geologiche c. Distribuzione delle specie fossili d. Distribuzione delle rocce indicatrici del clima e. Geodetiche
  • 22. a. combaciabilità dei margini continentali Considerando le linee di costa l’incastro è meno preciso di quanto volesse far credere Wegener Ma se si considera il margine esterno della piattaforma continentale le incongruenze si riducono Edward Bullard utilizzando l’isobata -600 ottenne un incastro migliore Per far aderire le due Americhe bisogna eliminare l’America centrale, ma ciò non è un problema perché le rocce vulcaniche che le compongono sono più giovani dei due continenti
  • 23.
  • 24. Secondo Wegener l’attrito causato dallo scorrere dei continenti sulla crosta oceanica provocava corrugamenti sul fronte avanzante dei continenti (catene tipo Ande o Montagne Rocciose) e la collisione tra due continenti dava luogo a corrugamenti più intensi (catene tipo Alpi e Himalaia).
  • 25.
  • 26.
  • 27.
  • 28.
  • 29. Ma all’inizio degli anni ’30 una rivoluzionaria e geniale intuizione di Arthur Holmes riaprì la discussione sulle dinamiche all’origine delle morfologie terrestri La teoria di Wegener fu accolta con molto scetticismo e abbandonata negli anni ’20 .
  • 30. 1930 Il geologo inglese Arthur Holmes (1890-1965), basandosi su studi di sismica applicata al mantello , ipotizzò che un mantello non completamente solido e molto duttile potesse essere soggetto a circolazione convettiva; 1940 Il sismologo statunitense Hugo Benj ö ff (1899-1968) osserva che la distribuzione di vulcani e terremoti è correlata, e che essi si concentrano soprattutto lungo i margini dei continenti; inoltre osserva che i sismi profondi disegnano un piano inclinato sotto le principali aree vulcaniche, noto oggi come piano di Benj ö ff.  la parte superiore delle celle convettive del mantello avrebbe potuto fornire la spinta necessaria al movimento dei continenti.
  • 31. Indagini sismiche: scoperta dello strato LVL
  • 32.
  • 33.
  • 34. Lo studio dei fondali oceanici di Arthur Hess Al termine della guerra Hess continuò i rilievi dei fondali oceanici e scoprì che sul fondo degli oceani un'unica, grande e continua dorsale oceanica lunga circa 80.000 chilometri si estende dall'estremo nord fino a sud dell'Atlantico; aggira l'Africa, attraversa l'Oceano Indiano, passa tra l'Australia e Antartide  fino alla sponda americana dell'Oceano Pacifico a sud della California. 
  • 35.
  • 37.
  • 38.
  • 39.
  • 40. Modello teorico della formazione delle bande magnetiche: nuova crosta oceanica si forma continuamente dalle creste della dorsale, solidifica ed allontanandosi con l’espansione del fondale dalla cresta diventa sempre più vecchia. Scoperta del paleomagnetismo
  • 41.
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  • 50. Le 12 principali placche litosferiche
  • 51.
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  • 55.
  • 56. 3. il fondo della rift si riempie progressivamente di sedimenti ed è spesso occupato da fiumi e laghi;
  • 57.
  • 58. 6. lungo uno di questi la litosfera si spacca riducendo velocemente la pressione e favorendo la formazione di plateaux basaltici; Crosta continentale Eruzioni basaltiche Mantello
  • 59.
  • 60. 9. questa risalita provoca un ulteriore allargamento della fossa e l’abbassamento del suo fondo, dove riescono ad arrivare le acque del mare; 8. inizia la risalita diapirica del mantello che solleva l’altro lato del piano di taglio;
  • 61. 10. l’allargamento porta in superficie il mantello superiore; 11. lo scivolamento continua finche l’apice del diapiro diventa l’asse centrale della fossa;
  • 62. 12. dal diapiro si forma il pavimento oceanico e le due spalle della fossa diventano margini continentali passivi.
  • 63. 2000 – 3000 km 2 – 3 km Rift valley
  • 64. I basalti sono le rocce più comuni della crosta, soprattutto a causa della costante attività ignea delle zone di distensione medio-oceaniche. MORB = Mid-Ocean Ridge Basalts (basalti di cresta medio-oceanica) Litosfera Astenosfera Crosta oceanica Fessura attraverso la crosta oceanica Magma con minerali femici Basalti più vecchi Rocce ultrafemiche più vecchie
  • 65. Il profilo trasversale della dorsale è simmetrico, la base è larga mediamente circa 2000 – 3000 km, la cresta si eleva mediamente rispetto alle piane circostanti di circa 2 – 3 km. Al centro della dorsale vi è una zona ribassata, detta rift valley , larga in media circa 20 km e profonda alcune centinaia di metri I fianchi sono accidentati per la presenza di rilievi e scarpate; nell’insieme però la loro pendenza è debolissima, circa 1° La rift valley è sede diffusa di intenso vulcanismo basaltico. Isolati vulcani basaltici si possono avere talvolta anche sui fianchi della dorsale 2000 – 3000 km 2 – 3 km Rift valley
  • 66. Lungo la rift valley il gradiente geotermico è molto superiore alla media. L’elevazione della dorsale è globalmente dovuta ad intumescenza termica , allontanandosi dall’asse la temperatura cala ed il rilievo quindi si abbassa.
  • 67. La distribuzione delle principali Dorsali Medio-Oceaniche Dorsale medio atlantica Dorsale indiana Dorsale est-pacifica
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  • 84. Le lave a cuscino (pillow lavas) si formano quando i flussi di lava si formano in ambiente marino e sono sottoposti ad elevata pressione idrostatica Estrusioni subaquee Pressione Idrostatica Risalita di magma
  • 85. Quello che avviene in profondità Quello che vediamo in superficie (suite ofiolitiche)
  • 86. L’asse della dorsale è frequentemente dislocato orizzontalmente da faglie trasformi . Lungo le porzioni attive di tali faglie (comprese tra due segmenti di dorsale) si hanno frequenti sismi superficiali Alcune faglie trasformi sono così lunghe da arrivare ad incidere i margini dei continenti
  • 87. PIANE ABISSALI Sono le porzioni più vaste e monotone dei fondali, la cui profondità media è di circa 4000 m. L’unica attività geologica è una lentissima sedimentazione. Lo spessore dei sedimenti è limitato e si riduce andando verso il centro dell’oceano; il ridotto spessore non produce carico sufficiente per avviare la diagenesi. I deposti sono di due tipologie: In alcune porzioni delle piane abissali si ritrovano vulcani sottomarini spenti, detti anche guyot , che talvolta si presentano allineati in catene Calcari pelagici : derivano dai gusci di microrganismi planctonici che si depositano alla velocità di circa 2 – 4 cm/1000 anni Argille rosse : sedimenti terrigeni che si depositano alla velocità di circa 1 mm/1000 anni
  • 88. guyot
  • 89. Le ofioliti e la formazione della crosta oceanica Peridotidi stratificate max 1km ~ 4,8 km Peridotidi massicce Gabbri + filoni di diabase Gabbri - dicchi Basalti a pillow Sedimenti marini
  • 90.
  • 91. Ipocentri poco profondi fra i due tronconi di dorsale
  • 92. passivi MARGINI CONTINENTALI Sono i confini tra continente ed oceano; sono caratterizzati da situazioni geologiche differenti che si raggruppano in tre tipi: con subduzione collisionali attivi
  • 93. Margini continentali passivi Sono zone geologicamente inattive, nelle quali si verifica esclusivamente la sedimentazione indisturbata dei detriti continentali. Ne sono esempio i margini dei continenti che si affacciano sui due lati dell’Oceano Atlantico.
  • 94. Piattaforma continentale, scarpata e fondale oceanico Piattaforma continentale I continenti non terminano con la linea di costa, ma continuano con una zona di pendenza moderata [1 - 2%] che arriva ad una profondità massima di circa 200m detta Piattaforma Continentale . La Piattaforma continentale termina con una zona più ripida [4 - 5%] detta Scarpata Oceanica che immette nel vero fondo oceanico oltre i 2000 metri di profondità. 0 metri -200 metri -2000 metri
  • 95. La piattaforma continentale è posta su crosta continentale ed è formata in parte proprio dall’accumulo dei sedimenti provenienti dal continente piattaforma continentale Il confine tra continente ed oceano si trova a circa metà della scarpata continentale piattaforma scarpata piana abissale
  • 96. La piattaforma continentale può avere ampiezza variabile. In alcuni casi (vedi ad es. Mare del Nord) è sede di importanti giacimenti petroliferi Il mar Adriatico è solo piattaforma
  • 97.
  • 98.
  • 99. A. subsidenza durante la fase di rift B. subsidenza dopo l’apertura dell’oceano A e B mostrano la subsidenza a varie distanze dall’asse della dorsale
  • 100.
  • 101. Giunte in fondo alla scarpata rallentano e depositano il loro carico di sedimenti formando conoidi sottomarine Le correnti di torbidità possono incidere profondi canyon lungo la scarpata
  • 102.
  • 103. Gita a Tossignano: LA VENA DEL GESSO
  • 104. Margini convergenti Con subduzione collisionali distruttivi
  • 105.
  • 106. La distribuzione delle principali Fosse Oceaniche Fossa delle Cayman Fossa del Perù e di Atacama –8000m Fossa del Giappone –10500m Fossa delle Marianne –11022m Fossa delle Filippine –10497m Fossa di Giava –7450m Fossa delle Aleutine –7800m Fossa dell’America Centrale Fossa di Tonga - 10800 m
  • 107.
  • 108.
  • 109.
  • 110. In regioni come il Giappone, Indonesia ed America centrale la crosta è sottile e le lave sono dominate da andesiti. Isole di arco In profondità, il trasferimento di calore verso l’alto genera metamorfismo regionale Crosta oceanica Fossa Prisma accrezionale Bacino di avanfossa Isole di arco vulcanico Regione di retroarco Livello del mare Litosfera Astenosfera Terremoti Magma 100 km
  • 111. Teoria del roll-back nella genesi del retroarco  zona di distensione crostale prodotta dal fatto che la placca subducente si incurva verso il basso, nel fare ciò la zona di cerniera arretra allontanandosi dall’arco che seguendola apre dietro di sé un rift e un piccolo bacino oceanico
  • 112.
  • 113.
  • 114. Margini continentali attivi Sono zone geologicamente dinamiche, nelle quali si verifica terremoti ed eruzioni vulcaniche esplosive. Ne sono esempio i margini dei continenti affacciati sull’Oceano Pacifico. Dal lato oceanico c’è sempre una fossa , profonda depressione del fondale, stretta, allungata e con pianta arcuata. Le fosse sono aree fredde, ove si registrano i più bassi gradienti geotermici (10°C/km) 1400 55 10,8 Tonga 1450 90 8,4 Sandwich 1550 120 8,4 Porto Rico 1400 60 10,5 Filippine 5900 100 8,1 Perù Cile 2800 40 6,7 Messico 2550 70 11,0 Marianne 2200 120 10,5 Curili 4500 80 7,5 Giava 800 100 8,4 Giappone 3700 50 7,7 Aleutine Lung. Amp. Prof. Fossa (misure in km)
  • 115.
  • 116.
  • 117. Magmatismo di margine continentale Grossi plutoni granitoidi sono tra le caratteristiche della crosta inspessita durante la formazione delle catene montuose. Livello del mare Crosta oceanica Rocce sedimentarie Mixing di magma Crosta continentale Plutoni granitoidi Litosfera oceanica Mantello (rigido) Basalti Alcune rocce sedimentarie possono essere trasportate in profondità e fondere lungo le zone di subduzione Fusione del basalto oceanico kilometri Astenosfera (mantello) Magma felsico Litosfera continentale Astenosfera Deidratazione della crosta oceanica Magma femico Fusione parziale di crosta felsica
  • 118. Incremento di flusso di calore proveniente dal mantello Trasformazioni chimico-fisiche esotermiche Decadimento di isotopi radioattivi attrito
  • 119.  
  • 121. - il sistema si caratterizza per la formazione di una zona di notevole raccorciamento Fase terminale della subduzione con collisione continentale e chiusura del bacino oceanico 3) Convergenza continente-oceano (Taiwan)
  • 122. Sezione schematica di un margine continentale di tipo oceano-oceano o di tipo continente-oceano, con formazione di un bacino di retroarco
  • 123. - la bassa densità delle rocce della crosta continentale impedisce la loro subduzione, per cui quando crosta continentale giunge in corrispondenza della fossa va a collidere con la crosta continentale della placca antistante generando complesse strutture orogeniche Margini convergenti collisionali 4) Convergenza continente-continente (Himalaia, Alpi, Urali) - il piano di Benjöff è assente, o, nelle fasi iniziali della collisione, permane come lembo residuo sottostante l’orogene
  • 124.
  • 125.
  • 126. Sezione schematica della collisione tra India ed Eurasia, con formazione dell’orogene himalaiano Il continente indiano è penetrato così profondamente in quello asiatico da provocare l’estrusione laterale della Cina verso Est La collisione della placca araba contro l’Asia ha provocato l’estrusione della Turchia verso Ovest
  • 127.  
  • 128.
  • 129.
  • 130.
  • 131. Distribuzione mondiale delle principali faglie trasformi intraoceaniche
  • 132.
  • 133. La faglia di San Andreas, con la distribuzione dei principali terremoti Scorrimento della placca pacifica rispetto a quella nordamericana lungo un fascio di faglie subparallele, di cui la più nota è la faglia di San Andreas
  • 134. La faglia di San Andreas
  • 135.  
  • 137.  
  • 138.
  • 139.
  • 140.
  • 141.
  • 142.
  • 143. Migrazione apparente dei poli, ogni continente traccia un percorso diverso
  • 144. Oltre ala magnetizzazione termorimanente esiste anche una magnetizzazione detritica rimanente
  • 145.
  • 146.
  • 147.  
  • 148. Modello di Terra in espansione: un modello alternativo alla tettonica delle placche
  • 149. Una teoria globale dei fenomeni geologici, basata sull’idea fondamentale di una Terra in espansione è andata sviluppandosi contemporaneamente all’affermarsi della teoria della tettonica delle placche, senza comunque mai acquistare sufficiente credito da poter realmente competere con essa. I contributi maggiori si devono a Carey (1954 e 1970). Carey propone che una crosta continua non fratturata abbia originariamente rivestito una Terra più piccola dell’attuale. La successiva espansione della Terra avrebbe originato 8 poligoni analoghi alle placche litosferiche. Carey ritiene che il tasso di formazione di nuova litosfera in corrispondenza delle dorsali oceaniche sia di gran lunga superiore a qualsiasi tasso di consunzione e che la superficie totale della Terra sia in aumento . Egli inoltre ritiene che la distribuzione degli ipocentri dei terremoti su un piano inclinato sia dovuta all’apertura di tante fratture di tensione verticali. La teoria della Terra in espansione
  • 150.
  • 151.
  • 152. In definitiva si sostiene che la teoria universalmente accettata debba essere quella che meglio spieghi o approssimi l’insieme di tutte le osservazioni disponibili. Così seppure la teoria della Terra in espansione possa fornire alcune spiegazioni alternative essa sembra oggi spiegare meno bene della teoria della tettonica delle placche l’insieme dei fenomeni osservati.
  • 153.
  • 154.
  • 155. Plume di mantello: Punti caldi nella crosta Vulcani o catene di vulcani isolati come le isole Hawaii sono in genere ricondotti ad un’attività di plume. I Plume (pennacchi) si originano nel mantello profondo e non sono legati alla geometria delle placche continentali. Basalti Fusione parziale Litosfera continentale rigonfiata ed assottigliata Testa del Plume di mantello Mantello caldo, solido che risale dal mantello profondo
  • 156.
  • 157. L'arcipelago Hawaiiano è un allineamento di centri eruttivi generatosi per lo spostamento della zolla pacifica su un hot-spot. Punti caldi Questa particolare geometria può essere spiegata immaginando una sorgente magmatica fissa, posta al di sotto di una placca litosferica in migrazione.
  • 158.
  • 159.
  • 160.
  • 161.  
  • 162. Lo strato “D” Essendo il nucleo esterno fluido e più caldo del mantello si verificano particolari disomogeneità con gli strati più profondi di quest’ultimo. Il gradiente di temperatura in questo strato è più alto che nel mantello soprastante. Questo strato è lo strato “D”, ha uno spessore di 100-200 km e ogni tanto diventa instabile generando i superplume .
  • 163.
  • 164.
  • 165. I superplume freddi Le placche litosferiche che vanno in subduzione sono fredde, si disidratano e perdono alcuni elementi chimici. Spesso ristagnano a circa 660 km, dove si comprimono plasticamente ed aumentano di densità. Appesantite scendono, sotto forma di pennacchio freddo, fino alla base del mantello. La sottrazione di calore al nucleo esterno e gli scambi chimici causano l’instabilità dello strato D che genera i superplume caldi.
  • 166.
  • 167.
  • 168.
  • 170. Distacco Africa-Sud America, 195.000.000 a. antartide-australia-india 65.000.000 a. N.America-Eurasia 50.000.000 a.
  • 171. T1 T1 T1 T1 tilliti Cappa glaciale estesa a quasi tutto l’emisfero sud in contrasto con paleoclima tropicale di emisfero nord Clima tropicale-foreste di felci >>> futuro carbone fossile Per spiegare la presenza di tilliti coeve si può ipotizzare una
  • 172. Pangea e panthalassa laurasia gondwana Calotta glaciale limitata a blocchi continentali ravvicinati nella pangea segue separazione dei continenti
  • 173. Pangea e panthalassa Calotta glaciale limitata a blocchi continentali ravvicinati nella pangea segue separazione dei continenti T1 Separazione dopo la glaciazione del permiano
  • 174. T1 T1 F1 F1 f1 f1 Fossili antichi F1 Fossili recenti f1 Ipotesi di ponti transcontinentali che permettono la comunicazione, migrazione,scambio di organismi tra continenti diversi Molto improbabili, date le distanze, e non ci sono prove della loro scomparsa nel fondo oceanico Non ammessa comparsa della stessa specie in luoghi-tempi diversi
  • 175. T1 T1 Fossili antichi F1 Fossili recenti f1 Esempi di fossili di organismi che non possono spostarsi in ambiente marino : glossopteris cynognathus mesosaurus
  • 176. T1 T1 f1 f1 Fossili antichi F1 Fossili recenti f1 Continenti uniti, permettono diffusione di organismi F1 una volta separati, altre specie compaiono e si evolvono separatamente nei vari continenti, e quindi fossili più recenti f1 diversi nei vari continenti F1 F1 F1
  • 177. T1 T1 Fossili antichi F1 Fossili recenti f1 Continenti uniti, permettono diffusione di organismi F1 una volta separati, altre specie compaiono e si evolvono separatamente nei vari continenti, e quindi fossili più recenti f1 diversi nei vari continenti f1 F1 f1 F1
  • 178. T1 Fossili antichi F1 Fossili recenti f1 Continenti uniti, permettono diffusione di organismi F1 una volta separati, altre specie compaiono e si evolvono separatamente nei vari continenti, e quindi fossili più recenti f1 diversi nei vari continenti
  • 179. T1 T1 f1 f1 Fossili antichi F1 Fossili recenti f1 Continenti uniti, permettono diffusione di organismi F1 una volta separati, altre specie compaiono e si evolvono separatamente nei vari continenti, e quindi fossili più recenti f1 diversi nei vari continenti F1 F1
  • 180. T1 T1 orogeni Gruppi montagnosi coevi, con stesse caratteristiche tettoniche mineralogiche su continenenti diversi:improbabile una formazione di montagne coeve con le stesse caratteristiche
  • 181. T1 T1 orogeni Più comprensibile se continenti uniti, creazione delle montagne e successiva separazione dei continenti
  • 182. Distacco Africa-Sud America, 195.000.000 a. antartide-australia-india 65.000.000 a. N.America-Eurasia 50.000.000 a.
  • 184.
  • 185.
  • 186.
  • 187.
  • 188.
  • 189. LE OROGENESI CENOZOICHE L'OROGENESI ALPINO-HIMALAYANA E L’OROGENESI ANDINA
  • 190.
  • 191.
  • 192.
  • 193.
  • 194.
  • 195.
  • 196.
  • 197. http://ftp.dipteris.unige.it/geofisica/ITA/DID/tettonica.html Sito dell’università di Genova con belle immagini http://www.comune.modena.it/scuole/carducci/monti/tettonica/intro_tettonica.htm Sito di una scuola di Modena con pagine sulla tettonica delle placche Siti in inglese sulla tettonica delle placche http://master.ph.utexas.edu/vicki/studW.htm#1620 Sito dell’università del Texas, completo e ricco di immagini http://www.uky.edu/ArtsSciences/Geology/webdogs/plates/reconstructions.html Sito con mappe animate dei movimenti della Pangea http://www.ruf.rice.edu/~leeman/billarcmaps.html Sito dedicato ai margini convergenti e alle zone di subduzione con splendide immagini http://pubs.usgs.gov/publications/text/dynamic.html Sito che sviluppa ampiamente il punto di vista storico http://webspinners.com/dlblanc/tectonic/ptABCs.shtml L’ABC della tettonica delle placche
  • 198. http://geollab.jmu.edu/Fichter/PlateTect/ Sito generale sulla tettonica delle placche con note per l’insegnante http://oceanography.geol.ucsb.edu/Support/ODP/TeachersMan.html Manuale di geologia per gli insegnanti con una capitolo sulla tetonica delle placche http://pubs.usgs.gov/publications/text/wegener.html La biografia di Wegener http://www.gps.caltech.edu/~gurnis/Movies/movies-more.html Sito con filmati in formato .mpg sulla convezione nel mantello http://www.geocities.com/CapeCanaveral/Launchpad/8098/3.htm sito sulla teoria della Terra in espansione di Carey http://www.wincom.net/earthexp/n/navmain.htm altro sito sulla Terra in espansione http://www.3rivers.net/~dbaker/plate_tec/plate9.htm sito sui terranes http://www.geology.gov.yk.ca/publications/summaries/framework.html Programma di ricerca sui terranes dello Yukon
  • 199. http://www.uwgb.edu/dutchs/platetec/plhist94.htm Ricostruzioni del moto delle placche http://www.earth.nwu.edu/individ/seth/107/ Sito sulla tettonica delle placche con belle immagini http://www-sst.unil.ch/research/seismic/w_alps.htm Sito sulla geologia delle Alpi http://newmedia.avs.uakron.edu/geology/ge/ch/pte/tpb.htm margini trasformi http://www.sprl.umich.edu/GCL/paper_to_html/gaia.html l’ipotesi Gaia http://www.pibburns.com/catastro.htm sito sul catastrofismo http://www.gp.terra.unimi.it/giornateassereto/assereto.html Le giornate assereto, la ricerca presso il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli Studi di Milano, seminari aperti a tutti